Spór o personalizm w etyce: Immanuel Kant - Antonio Rosmini
Controversy about personalism in ethics: Immanuel Kant – Antonio Rosmini
Author(s): Alfred Marek WierzbickiSubject(s): Philosophy
Published by: Fundacja »Lubelska Szkoła Filozofii Chrześcijańskiej«
Keywords: personalism; ethics; Kant; Rosmini
Summary/Abstract: Antonio Rosmini intravvedeva e approvava la novità personalista dell’etica kantiana. Nonostante ciò, è difficile accettare l’opinione di Giovanni Gentile su Rosmini come „il Kant italiano”. In polemica con Gentile, Augusto Del Noce dimostra come l’etica di Rosmini sia una correzione realista dell’etica kantiana e una premessa possibile per il superamento della crisi in cui l’etica è stata messa dal relativismo. Il Roveretano accoglie la distinzione kantiana fra l’imperativo categorico e quello ipotetico, partendo dalla convizione che non si debba mescolare l’etica (la teoria del dovere) con l’eudemonologia (la teoria della felicità). Rosmini approva il concetto kantiano di etica come una scienza normativa, tanto più che prima di Kant la dimensione dell’etica è stata offuscata dalle considerazioni di tipo teleologico. Ma Rosmini, lontano dal supporre una scissione fra deontologismo e teleologismo, riteneva che i due aspetti andassero uniti in una coerente visione personalista dell’etica. La polemica di Rosmini con Kant comincia solo sul piano della fondazione dell’imperativo categorico. Kant credeva che questo scaturisse dalla struttura stessa della ragione umana, la quale si rivela una legislatrice morale autonoma. Su questo punto Rosmini risponde che la ragione umana, cosí concepita, cessa d’essere umana e diviene proprio divina. L’immanentismo kantiano, afferma Rosmini, conduce al soggettivismo e all’assolutismo della ragione umana. Il Roveretano è convinto che si può porre fine alla crisi dell’etica moderna, integrando in una sintesi gli elementi della esperienza umana che sono stati distaccati fra di loro dall’empirismo e dall’idealismo. Una sana teoria etica, dice Rosmini, dovrebbe tener conto delle relazioni fra il soggetto morale, che è l’uomo, e l’universale legge morale. L’etica la si deve sviluppare analizzando l’esperienza morale umana e investigandone la radice metafísica, perché la morale stessa è radicata nella struttura dell’uomo come persona. Questo diviene possibile perché l’uomo non solo può sbagliarsi (errare humanum est), ma anche è naturalmente aperto alle verità universali e necessarie (homo capax veri).
Journal: Człowiek w Kulturze
- Issue Year: 2006
- Issue No: 18
- Page Range: 89-96
- Page Count: 8
- Language: Polish